07/06/11
L’insostenibile leggerezza “dell’on line”
Nei nostri uffici, case, telefoni e molti altri luoghi diamo per scontato la presenza di una possibile connessione con il mondo esterno e quindi con il virtuale. La possibilitá di avere una connessione internet é cosí ovvia e banale che sembra impossibile vivere senza o che possano esistere posti e persone completamente isolate dal web, ovvero off line. Tuttavia non é cosí per Inhassoro e per i volontari di Ipsia che stanno lavorando nella scuola Estrela Do Mar. Eppure finalmente dopo tanto tempo il collegamento con il mondo é arrivato. Infatti come giá sapete a fine aprile, il presidente di Ipsia Vercelli, Michele Lepora é riuscito ad installare una parabola satellitare che oggi offre un punto di accesso internet per chi lavora nella scuola e in futuro anche per la missione. Vivere senza internet, non è impossibile, ma ti aiuta a comprendere quanto ormai il mondo sia estremamente collegato e come qualsiasi cosa che avvenga ne influenzi un'altra, determinando un'interconnessione continua e districata degli eventi. Si vive la sensazione che “la fuori” stiano accadendo cose incredibili, eventi che segneranno la storia dell'umanità ma paradossalmente a Inhassoro la vita segue il suo corso, ci si stupisce, ci si preoccupa, ma poi i problemi da affrontare, quelli semplici e banali, prendono il sopravvento e ci si dimentica in fretta di cosa stia accandendo nel mondo. In Europa siamo talemente frastornati dalle notizie e ipnotizzati dal favoloso mondo di internet che non ci piú rendiamo neanche piú conto che questo é un mezzo, uno strumento inegualibile per portare sviluppo e progresso nei paesi del sud. L’importanza della comunicazione tra due mondi distanti tra loro non deve essere fine a se stessa, bensí un’opportunitá per creare legami, contatti e idee tra le persone, le associazioni e la societá civile, al fine di attivare quel sistema di cooperazione troppo spesso rallentato e appesantito da una cattiva e distorta comunicazione, da un errato e incompleto scambio delle informazioni.
03/06/11
Guardando indietro si costruisce il futuro…
A 25 anni dalla morte del fautore dell’indipenza mozambicana, la scorsa settimana la scuola Estrela do Mar, ha organizzato una due giorni di eventi e festeggiamenti per ricordare il grande leader nazionale., Samora Machel (Madragoa, 29 settembre 1933 – Mbuzini, 19 ottobre 1986).
Giochi, teatro, sfilate di moda, video e mostre fotografiche ... saper far festa é una delle maggiori qualitá del popolo africano, dal quale noi tutti abbiamo molto da imparare. L’entusiasmo e l’adrenalina che tutti manifestano durante i preparativi lasciano intendere un grande senso di impegno, unione e gusto dello stare insieme per condividere. Sicuramente quest’ultimo é l’unica vera conquista del grande capo, Samora Machel, infatti dopo aver trascinato il paese nella deriva marxista che in seguito ha portato alla guerra civile, il primo presidente del Mozambico ha saputo tuttavia far credere il suo popolo nella propria nazione. Con il suo carisma da condottiero verso l’indipendenza durante la lotta armata nella Frelimo, dopo essere stato eletto, in quei pochi anni di pace e grande fermento patriottico, ha saputo infondere nelle masse il sentimento di patria mozambicana, di popolo unito dal Ruvuma al Maputo, i due fiumi che bagnano gli estremi confini del paese.
Oggi nella sua figura, forse un fardello ancora pensante nella memoria di tanti, si unisce tutto il popolo mozambicano, per ricordare la gloria del suo condottiero e il prossimo 36º anniversario dall’indipendenza.
Il Mozambico é un paese molto giovane, ancora troppo giovane per guardare il suo passato e leggerlo per quello che é veramente stato. Ancora oggi da piú di trentanni il partito al potere é il Frelimo, l’opposizione costituita dal partito Renamo, non ha la forza e neanche le capacitá per imporsi e in tanto il popolo continua a elogiare un leader che lo trascinó in una guerra fratricida e violenta, il grande tabú nella storia di questo popolo.
Per approfondimenti vi consigliamo di guardare il seguente documentario, un interessante esempio di ció che fu il Mozambico dopo la guerra per l’indipendenza.
Giochi, teatro, sfilate di moda, video e mostre fotografiche ... saper far festa é una delle maggiori qualitá del popolo africano, dal quale noi tutti abbiamo molto da imparare. L’entusiasmo e l’adrenalina che tutti manifestano durante i preparativi lasciano intendere un grande senso di impegno, unione e gusto dello stare insieme per condividere. Sicuramente quest’ultimo é l’unica vera conquista del grande capo, Samora Machel, infatti dopo aver trascinato il paese nella deriva marxista che in seguito ha portato alla guerra civile, il primo presidente del Mozambico ha saputo tuttavia far credere il suo popolo nella propria nazione. Con il suo carisma da condottiero verso l’indipendenza durante la lotta armata nella Frelimo, dopo essere stato eletto, in quei pochi anni di pace e grande fermento patriottico, ha saputo infondere nelle masse il sentimento di patria mozambicana, di popolo unito dal Ruvuma al Maputo, i due fiumi che bagnano gli estremi confini del paese.
Oggi nella sua figura, forse un fardello ancora pensante nella memoria di tanti, si unisce tutto il popolo mozambicano, per ricordare la gloria del suo condottiero e il prossimo 36º anniversario dall’indipendenza.
Il Mozambico é un paese molto giovane, ancora troppo giovane per guardare il suo passato e leggerlo per quello che é veramente stato. Ancora oggi da piú di trentanni il partito al potere é il Frelimo, l’opposizione costituita dal partito Renamo, non ha la forza e neanche le capacitá per imporsi e in tanto il popolo continua a elogiare un leader che lo trascinó in una guerra fratricida e violenta, il grande tabú nella storia di questo popolo.
Per approfondimenti vi consigliamo di guardare il seguente documentario, un interessante esempio di ció che fu il Mozambico dopo la guerra per l’indipendenza.
Documentário
Mozambique, journal d'une indépendence (2003),
http://www.macua1.org/blog/mozambiquejournal.html
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