23/11/07

 

Alla scoperta del Mozambico


Si inizia con questo post un viaggio ala scoperta del Mozambico. Una lunga marcia che ci porta da Inhassoro fino alla capitale Maputo, lungo 800 km costellati da contrattempi, difficoltà, belle scoperte e persone di enorme valore.

Insieme a me, spero che possiate iniziare a vivere un po' di questo paese, attraverso il mio processo di scoperta. Un modo di capire l'Africa insieme ad in ragazzo come voi.

Tutto è iniziato con sveglia all'alba dai colori che sempre affascinano.

Caricati io e Agostino Lanza siamo partiti alla volta di Maputo. Agostino è perito industriale italiano di lunga esperienza in Mozambico che presta servizio nella scuola professionale di Inhassoro, come formatore.

Nostri obiettivi erano la riparazione dell'auto della scuola, alcune spese per la scuola e la burocrazia necessaria per il mio visto.

Imbocchiamo la EN1, la grande strada nazionale che taglia da parte a parte il paese, e iniziamo il viaggio, schivando le buche che insidiose si parano sulla strada e osservando il secco e brullo paesaggio fra Inhassoro e Vilankulo.

La strada nella prima parte si fa sempre più piena di buche e, improvvisamente una gallina volante si immola, facendo sicuramente la felicità di qualcuno quel giorno. Presagio però di sventure in arrivo.

Un calore sempre più forte inizia a provenire dalla ruota destra, e si decide di rallentare.

Superiamo i villaggi, poche capanne scarse sul ciglio della strada, passiamo le file di donne che vanno a zappare, i bambini che salutano, mentre i baobab che si fanno sempre più radi e la vegetazione scarna e quasi bruciata dal sole cocente.

Dopo un tratto buono di strada inizia una parte davvero terribile, che costringe ad entrare ed uscire dalla sede stradale per evitare i crateri che si aprono sulla strada. E si inizia a sentire un rumore sinistro di ferri che sfregano….un sinistro sferragliamento che non lascia presagire nulla di buono.

Rallentiamo, superati anche dai catorci che si vedono solo sulle strade dell'Africa. Naturalmente non si può fare affidamento sul soccorso stradale, ma solo sperare di riuscire a raggiungere la città più vicina.

Sotto il sole, con il fiato sospeso e un po' di tensione, passo passo sempre fra un rumore di ferraglia ci avviciniamo a Massinga, una piccola cittadina, che ospita una missione della Consolata.

Con sollievo svoltiamo nella avenida che conduce alla casa e là veniamo accolti dal padre Arlei, un brasiliano, con molta gentilezza e disponibilità.

Nel perimetro della proprietà vi è una grande chiesa, risalente al tempo coloniale, dai vetri azzuri, la casa parrocchiale, un bell'edificio a L e nell'ampio giardino ove crescono rigogliosi manghi, una costruzione in ristrutturazione adibita a salone, biblioteca, unica nella città e centro formazione.

Subito con solerzia io e Agostino iniziamo a smontare la ruota, senza nemmeno le chiavi adatte allo scopo. Ma l'ingegno umano e sana pratica riescono dove non si sarebbe sperato. Con martello e scalpello. Il danno è grave ed è costretto ad intervenire Pedrito, il meccanico di fiducia della missione, che analizza con fare serio il danno.

Il cuscinetto, è completamente distrutto e la ruota ha rischiato seriamente di staccarsi o bloccarsi durante la marcia, con le conseguenze immaginabili. Dall'analisi del problema si capisce che sarei potuto morire….ai 90 kmh senza cuscinetto con la ruota tenuta solo dai freni e che con il movimento che fregava il freno scaldandolo a dismisura…

Padre Arlei sentenzia…estamos mal mas vamos bem..

La macchina viene portata nella officina del paese, ovvero, una tettoia in makuti, fra le palme e le baracche....con i segni della modernità che avanza....qualche pannello solare e antenne che cercano di captare i segnali tv quasi sospese fra i rami delle palme e dei manghi.

Tutto intorno i tipici segni della officina....auto a pezzi, rottami, l'odore dell'olio, il rumore degli strumenti all'opera e al centro la Tata sotto i ferri di Pedrito.

I pezzi sono sbriciolati come una pappetta…e per liberare il pezzo dobbiamo tagliare il cuscinetto ormai fuso insieme con la ghiera di fissaggio(un alberino della ruota)-non sono un gran tecnico e non me ne vogliate…

La sorte ci è propizia…a Massinga infatti vi è erogazione di corrente elettrica solo poche ore al giorno, ma fortunatamente oggi ci viene concesso qualche minuto in più e quindi, riusciamo a liberare l'alberello...

Poi si corre a cercare il pezzo..impresa ardua nel mezzo del Mozambico....ci si reca dal nigeriano, un immigrato che ha messo su un piccolo negozio di ricambi....il negozio è una piccola costruzione con il tetto in lamiera, afosa, buia e polverosa…

L'omone,si alza e a spanne misura il nostro cuscinetto rotto…e poi rimane in silenzio e se ne esce con un cuscinetto uguale identico! Un miracolo!

Recupero grasso e benzina per il meccanico e poi da Pedrito, che a mano con scalpello e martello monta il cuscinetto.

Al ritorno in missione lo si salda, come da consiglio del meccanico, per rinforzare una struttura precaria.

È sera e si stanchi….si conversa in portoghese al fresco della sera….e mi stupisco della mia capacità di capire...ho fatto molto esercizio oggi.

E nel mezzo delle palme ho visto un uomo che lavora con enorme serietà, capacità e dedizione….un bello smacco per i tanti luoghi comuni sull'Africa… .

E ricordo di Onyango in Kenya, Moses, Godson in Tanzania....uomini incredibili che lottano....








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