22/12/11

 

Aria di festa?


Ci scusiamo per il lungo silenzio... ci siamo e promettiamo che al più presto vi caricheremo tutte le ultime info e anche qualche foto!
Un caro augurio e saluto dal Mozambico, a presto ...



13/09/11

 

Una visita importante ad Inhassoro

Sono passati già sette anni da quando la scuola professionale, Estrela do Mar, fu inaugurata. Nel 2004, grazie all’impegno delle Acli e di Luigi Bobba, allora presidente delle Acli, nasceva questa realtà che oggi è diventata la più qualificata struttura scolastica del distretto di Inhassoro in Mozambico. Ormai da sette anni i corsi si sono avviati, moltiplicati e migliorati, cosí come il numero degli studenti e delle iniziative che si svolgono attorno e all’interno delle aule scolastiche e dei numerosi laboratori che sono il fiore all'occhiello della Estrela do Mar.

Le Acli, insieme alla missione diocesana di Vercelli, nella quale operano da dieci anni Don Pio Bono, Caterina Fassio e Elena Bovolenta, seppero davvero investire nel futuro di questa comunitá offrendo un 'opportunitá di studio a molti giovani mozambicani che altrimenti non avrebbero avuto nessuna chance di proseguire i propri studi; infatti ,la Estrela do Mar fu la prima scuola secondaria ad essere costruita nel distretto di Inhassoro,cittadina che si trova sull'oceano Indiano a circa 800 km dalla capitale Maputo. Dopo un periodo di accompagnamento e affiancamento da parte dell'Enaip ,la scuola é ora quasi interamente gestita da personale mozambicano con la direzione e l a supervisione della Missione e il supporto della ong delle Acli, IPSIA, che ormai dal 2006 é presente anche con i volontari del Servizio Civile Nazionale. I ragazzi e le ragazze che la frequentano sono più di 560 e il corpo insegnante e il personale tecnico è costituito da 38 unita'.

In questo stimolante contesto, si é svolta mercoledí 24 agosto 2011 una visita speciale, un evento davvero importante per la storia di questa scuola. Infatti ad ammirare le strutture e soprattuo il quotidiano lavoro delle persone, sono arrivati l’Ambasciatore italiano a Maputo, Carlo Lo Cascio, l’onorevole Luigi Bobba, il presidente di Ipsia Vercelli Onlus, Michele Lepora e una delegazione di Enaip guidata dall’amministratore delegato, Tonino Ziglio. Enaip, dopo aver contribuito ad attrezzare i laboratori e ad impostare la metodologia formativa della Estrela do Mar, é presente in Mozambico dall’inizio del 2010 com proprio personale a Maputo, che è impegnato nella formazione del personale docente delle scuole alberghiere e di turismo del Mozambico. Probabilmente ,nel prossimo anno Enaip assumerà anche la gestione di scuole professionali agricole nella provincia di Maputo e Xai-Xai, nel sud del Mozambico in particolare a Boane e Choque.

La cerimonia è iniziata con l’accoglienza festosa delle autoritá : il coro della scuola há dato il meglio di sè con canti e danze a cui sono seguiti i discorsi di benevenuto del direttore della scuola, di uno studente e dell'amministratore del Distretto di Inhassoro. Un momento particolarmente emozionante è stato quando la comunitá di Inhassoro ha offerto una targa commemorativa a Luigi Bobba per il suo impegno e la sua dedizione al progetto in tutti questi anni.

L’ambasciatore Carlo Lo Cascio é rimasto particolarmente colpito dal lavoro che i missionari ,insieme ai volontari delle Acli/Ipsia stanno svolgendo in questa piccola cittadina che há vissuto fino a pochi anni fa di pesca e di agricoltura di sussitenza e che ora sta conoscendo un significativo sviluppo . -Negli ultimi tempi sono arrivate anche due banche – anche grazie al volano della scuola. L'Ambasciatore ha sinceramente espresso la sua ammirazione per l’opera fin qui realizzata, dicendo che ‘’oltre alle riunioni e ai meeting nella capitale (Maputo), la parte piú bella del mio lavoro é poter toccare con mano cosa le organizzazioni e i cittadini italiani riescono a fare in questo paese e ,vedere dal vivo la realizzazione di progetti come questi ,mi fa sentire orgoglioso del Paese che rappresento’’.

Con queste parole si é conclusa la cerimonia, seguita poi da una visita approfondita della scuola e dei suoi laboratori professionali, (Falegnameria, Taglio e cucito, Elettricista, Meccanica, informatica e Cucina). Visitando la scuola non si puó fare a meno di sorridere e meravigliarsi per la bellezza delle strutture e la qualitá delle installazioni nei laboratori. Molto spesso in Italia, quando pensiamo all’Africa e ai suoi luoghi siamo portati ad associarli alla miseria, alla povertá e ad una semplicitá dettata da condizioni economiche disagiate; tuttavia, visitando la Escola Estrela do Mar, non si puó fare meno di iniziare a credere che anche in Africa le cose, anche se molto lentamente ,possono funzionare e dare importanti risultati.

Ma forse raccontare non basta: é necessario vedere con i propri occhi, ma soprattutto con il proprio cuore. E' quello che stanno facendo i volontari di “Terre e libertà” – il progetto realizzato da Ipsia- che ormai da tre anni propongono a dei giovani un'esperienza di volontariato e di turismo equo e solidale. Oggi ,com la realizzazione dell'Hotel Escola Estrela do mar, una accogliente struttura per soggiorno e turismo posta proprio in riva al mare ,è possibile - a chi desidera fare un pò di vacanza, conoscere le persone e la cultura del luogo, oltrechè sostenere questa opera di solidarietà e sviluppo,- utilizzare questo piccolo resort. Infine chi volesse sostenere la possibilità di accesso agli studi per i ragazzi più poveri e che vengono dalle comunità più lontane – oggi accolti in un collegio annesso alla scuola – può effettuare un versamento per il progetto “Tutti a scuola”, progetto ideato da Ipsia Vercelli. E' sufficiente effettuare un bonifico sul C/C intestato a Ipsia Vercelli onlus, specificare la causale “borse di studio Inhassoro”e indicare l'IBAN del conto aperto presso la Biverbanca di Vercelli: IT30 P060 9010 0000 0005 7788 968. Una borsa di studio di 300 euro all'anno consente ad un giovane mozambicano di frequentare la scuola e di poter essere ospitato nel collegio. E' un modo per dare concretezza a quel valore della solidarietà che è la radice stessa della missione delle Acli.


Arianna Bobba


07/06/11

 

L’insostenibile leggerezza “dell’on line”

Nei nostri uffici, case, telefoni e molti altri luoghi diamo per scontato la presenza di una possibile connessione con il mondo esterno e quindi con il virtuale. La possibilitá di avere una connessione internet é cosí ovvia e banale che sembra impossibile vivere senza o che possano esistere posti e persone completamente isolate dal web, ovvero off line. Tuttavia non é cosí per Inhassoro e per i volontari di Ipsia che stanno lavorando nella scuola Estrela Do Mar. Eppure finalmente dopo tanto tempo il collegamento con il mondo é arrivato. Infatti come giá sapete a fine aprile, il presidente di Ipsia Vercelli, Michele Lepora é riuscito ad installare una parabola satellitare che oggi offre un punto di accesso internet per chi lavora nella scuola e in futuro anche per la missione. Vivere senza internet, non è impossibile, ma ti aiuta a comprendere quanto ormai il mondo sia estremamente collegato e come qualsiasi cosa che avvenga ne influenzi un'altra, determinando un'interconnessione continua e districata degli eventi. Si vive la sensazione che “la fuori” stiano accadendo cose incredibili, eventi che segneranno la storia dell'umanità ma paradossalmente a Inhassoro la vita segue il suo corso, ci si stupisce, ci si preoccupa, ma poi i problemi da affrontare, quelli semplici e banali, prendono il sopravvento e ci si dimentica in fretta di cosa stia accandendo nel mondo. In Europa siamo talemente frastornati dalle notizie e ipnotizzati dal favoloso mondo di internet che non ci piú rendiamo neanche piú conto che questo é un mezzo, uno strumento inegualibile per portare sviluppo e progresso nei paesi del sud. L’importanza della comunicazione tra due mondi distanti tra loro non deve essere fine a se stessa, bensí un’opportunitá per creare legami, contatti e idee tra le persone, le associazioni e la societá civile, al fine di attivare quel sistema di cooperazione troppo spesso rallentato e appesantito da una cattiva e distorta comunicazione, da un errato e incompleto scambio delle informazioni.

03/06/11

 

Guardando indietro si costruisce il futuro…

A 25 anni dalla morte del fautore dell’indipenza mozambicana, la scorsa settimana la scuola Estrela do Mar, ha organizzato una due giorni di eventi e festeggiamenti per ricordare il grande leader nazionale., Samora Machel (Madragoa, 29 settembre 1933 – Mbuzini, 19 ottobre 1986).
Giochi, teatro, sfilate di moda, video e mostre fotografiche ... saper far festa é una delle maggiori qualitá del popolo africano, dal quale noi tutti abbiamo molto da imparare. L’entusiasmo e l’adrenalina che tutti manifestano durante i preparativi lasciano intendere un grande senso di impegno, unione e gusto dello stare insieme per condividere. Sicuramente quest’ultimo é l’unica vera conquista del grande capo, Samora Machel, infatti dopo aver trascinato il paese nella deriva marxista che in seguito ha portato alla guerra civile, il primo presidente del Mozambico ha saputo tuttavia far credere il suo popolo nella propria nazione. Con il suo carisma da condottiero verso l’indipendenza durante la lotta armata nella Frelimo, dopo essere stato eletto, in quei pochi anni di pace e grande fermento patriottico, ha saputo infondere nelle masse il sentimento di patria mozambicana, di popolo unito dal Ruvuma al Maputo, i due fiumi che bagnano gli estremi confini del paese.
Oggi nella sua figura, forse un fardello ancora pensante nella memoria di tanti, si unisce tutto il popolo mozambicano, per ricordare la gloria del suo condottiero e il prossimo 36º anniversario dall’indipendenza.
Il Mozambico é un paese molto giovane, ancora troppo giovane per guardare il suo passato e leggerlo per quello che é veramente stato. Ancora oggi da piú di trentanni il partito al potere é il Frelimo, l’opposizione costituita dal partito Renamo, non ha la forza e neanche le capacitá per imporsi e in tanto il popolo continua a elogiare un leader che lo trascinó in una guerra fratricida e violenta, il grande tabú nella storia di questo popolo.

Per approfondimenti vi consigliamo di guardare il seguente documentario, un interessante esempio di ció che fu il Mozambico dopo la guerra per l’indipendenza.


Documentário
Mozambique, journal d'une indépendence (2003),
http://www.macua1.org/blog/mozambiquejournal.html

26/05/11

 

Forza Gigi!!!!

Ricordando tutto il tempo che hai dedicato a Inhassoro e alla realizzazione del progetto della scuola Industriale e Comercial Estrela do Mar, l’intero istituto, Inhassoro e la gente che qui ti ha conosciuto vuole manifestare il suo sostegno in questo momento importante per la provincia di Vercelli, che la prossima domenica é di nuovo chiamata a votare il suo Presidente.
Grazie a questo tuo costante impegno, oggi piú di 400 ragazzi mozambicani hanno la possibilitá di studiare, di imparare un mestiere e costruire il proprio futuro.

Luigi Bobba insieme ad alcuni studenti
mozambicani della Escola Estrela do Mar



Quindi semplicemente Boa Sorte e Forza Gigi!!!








24/05/11

 

Dopo una Lunga Attesa Finalmente di nuovo ONLINE



Ormai da qualche settimana, Ipsia in Mozambico é ritornata online. Infatti grazie all'intervento del Presidente Michele Lepora é stata installata una parabola satellitare che attualmente offre un ottimo collegamento all'ufficio di Ipsia e a quello della direttrice della scuola.
Si spera al piú presto di poter estendere il servizio anche agli insegnanti e agli studenti.

Ringraziamo tutti coloro che hanno partecipato alla riuscita di questa piccola conquista.

Nelle foto a lato: Michele Lepora e un volontario della Missione Mario Ceridono, durante l'istallazione della parabola

18/05/11

 

Ingerire la cultura tradizionale Africana in un sol boccone!!!

La scorsa settimana ci siamo assentate da Inhassoro per frequentare un corso di formazione sulla cultura tradizionale africana e in particolare sul Mozambico. Inutile dire che sia stata un’esperienza ineguagliabile, di arricchimento culturale ma soprattutto umano.
Ci siamo infatti ritrovate “in mezzo all’Africa” come si suol dire, in questo posto: Guiua, che é possibile raggiungere solo con mezzi propri o a piedi siccome la chapa (mezzo di trasporto locale), arriva solo fino ad un certo punto. Ci siamo dunque immerse in un ambiente nuovo, tranquillo e allo stesso tempo estremamente interessante, caratterizzato dall’incontro tra le persone e tra le culture. Culture provenienti da ogni parte del mondo, tutte intente ad apprendere il piú possibile strumenti e nozioni per cercare di capire un po’ di piú la cultura mozambica e africana che ci vive attorno.
Abbiamo cosí assistito a delle lezioni frontali interessantissime, di un’intesitá culturale e umana davvero altissima. Con tutta la nostra attenzione abbiamo cercato di capire la cultura africana, il suo amore per la vita, il concetto di morte, l’importanza delle relazioni tra le persone e del culto dei propri antenati.
Le differenze e le sfumature da approfondire sono infinite e proprio per questo a noi, stranieri, arrivati qui per una breve sosta é chiesto di avere quattro occhi, quattro orecchie e una bocca piccola piccola, per imparare ad osservare e ad ascoltare attentamente prima che di parlare inutilmente.

Il popolo Mozambicano, fin dall’arrivo del portoghese Vasco da Gama é stato definito come un popolo di “Boa Gente”, questo si traduce nella grande capacitá di accoglienza e ospitalitá nei confronti degli stranieri. Una capacitá e un valore che forse le nostre societá hanno perso da qualche decennio. Le nostre sicurezze e il nostro benessere ci fanno assumere un atteggiamento di difesa e di diffidenza nei confronti dello straniero che é visto come colui che potrebbe arrivare e rovinare l’armonia, l’ordine e l’agiatezza della nostra cultura. Lo straniero é identificato come colui che porta un cambiamento negativo e pericoloso all’interno delle nostre societá perfette e complete.
Viceversa nella terra della “Boa Gente”, nella societá imperfetta e incompleta come noi abitualmente giudichiamo quella africana, lo straniero é visto prima di tutto come un arricchimento, come un elemento nuovo e positivo dal quale tutti possono imparare, per questo innanzittutto deve essere accolto.
Pertanto questa settimana é stata una nuova esperienza, una nuova scoperta di questa meravigliosa e intricata societá africana.

A te logo
AB

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12/05/11

 

“A manha”: tempo determinato all’infinito

L’Africa, il Mozambico, chiedono prima di tutto pazienza, un’infinita pazienza, il saper attendere e sperare (senza disperare) che le cose con un ritmo lento e assonnato si possano risolvere, non avere fretta e confidare nella Boa Sorte!!!

É questo l’insegnamento che traimo dalla vicenda legata alle peripezie della nostra nuova e fiammente Tata Xenon che é stata parcheggiata per ben tre settimane nel garage della missione in attesa che il meccanico tornasse da Maputo dopo quasi due settimane alla ricerca dei pezzi di ricambio.

Se sei fortunato qui é possibile risolvere un problema in poco tempo: 2-3 giorni e nei casi piú disperati (come il nostro), settimane o addiritura mesi.
Da qualche tempo infatti la Tata ha avuto un grave problema al disco della frizione, cerchiamo prontamente un meccanico a Inhassoro, ma dopo una breve valutazione piuttosto che rischiare di peggiorare la situazione preferiamo attendere e cercare qualcuno di piú esperto. Chiediamo consigli e sembra che a Vilanculo, a 80 km da Inhassoro, ci sia uno dei migliori meccanici del Mozambico, un certo Senhor Alexander, lo chiamiamo e dopo tre giorni arriva all’imporvviso, smonta il disco della frizione e si offre, per la modica cifra di 30 euro, di andare a recuperare i pezzi di ricambio a Maputo (dove c’é l’unica officina Tata che possa fornici i pezzi). Naturalmente, dato che non ci sono altre migliori opzioni possibili accettiamo l’accordo e attendiamo il suo ritorno.

Risultato: per piú di una settimana abbiamo aspettato il ritorno del meccanico perduto. I pezzi di ricambio sono stati pagati da noi via trasferimento bancario e l’officina della Tata ci assicurava che una persona era passata a ritirarli. Le comunicazioni tra noi e il meccanico si interrompono, passa Pasqua e ancora non abbiamo notizie.
Ci convinciamo sempre piú che il meccanico stia passando il week end nella movida della capitale.

Finalemnte peró con grande gioia riusciamo a chiamarlo e scopriamo la seguente storia, della quale la “vera” veritá non ci é chiaramente data a sapere.

Il nostro Alexander decide di inviare suo fratello Jorge a recuperare i pezzi a Maputo, nel frattempo suo fratello viene rapinato di soldi, documenti e telefono nel pulmino che lo trasportava e per questo non era possibile sapere cosa stesse succedendo. Preso dal panico allora anche Alexander decide di partire per Maputo alla ricerca di suo fratello. L’ultima notizia ci conferma che quando Alexander ha trovato suo fratello, era in attesa di testimoniare al tribunale di Maputo contro i rapinatori e che “a manha” o il prima possibile sarebbero ritronati a Inhassoro per terminare il lavoro.

Questa puó sembrare una storia complessa e complicata dove non si sa dove inizi la veritá e dove la finzione, ma vi possiamo assicurare che in realtá si tratta di una prassi comune per cercare di risolvere qualsiasi problema.

“A manha” tempo determinato nell’infinito, basta aspettare che arrivi!!! Boa Sorte!!!

AB

26/04/11

 

La cucina, strumento di conoscenza e di amicizia

Dal nostro ufficiale arrivo a Inhassoro sono passati piú di due mesi, un tempo breve, ma non ancora sufficiente per imparare a conoscere le persone, i luoghi ed entrare a far parte di questa realtá.
Le occasioni per fortuna non mancano e a nostra piacevole sorpresa, scopriamo che
nella scuola ogni martedí, giovedí e venerdí c’é la possibilitá di pranzare presso le aule e le cucine del corso di Hotelleria e Turismo ... come non resistere alla tentazione di un prazzetto ben servito e soprattutto accuratamente preparato?
E cosí che siamo diventate delle fedeli clienti di questa specie di mensa scolastica molto raffinata. Ad ogni pranzo viene servito un antipasto, un piatto principale, a base di pesce o pollo e il dolce in gran finale. Chi l’avrebbe mai detto che in Africa avremmo trovato di questi piacevoli vizi e leccornie?
Eppure anche questo fa parte del nostro ruolo. Con la nostra presenza, diamo la
possibilitá ai ragazzi di Hotelleria e Turismo di sperimentare le loro conoscenze, di
confrontarsi con persone estranee e di iniziare a provare la loro futura professione. Per i cuochi é l’occasione di stupirci e impprovisare dei piatti nuovi, per i camerieri le difficoltá aumentano con il numero delle persone da servire e la sana paura di sbagliare quando si lavora di fronte a persone sconosciute.
Infine per chi gestisce i costi della cucina la presenza di piú “clienti” rappresenta una reale entrata per affrontare i notevoli costi di un corso di cucina. Questo infatti é uno dei principali problemi per il quale le poche scuole alberghiere del Mozambico rinunciano ad avere un corso specifico di cucina, una scelta molto ardua e coraggiosa per l’Estrela do Mar. Tuttavia il costo di questi pasti risulta essere ancora decisamente insuffcienteper poter far fronte alle molte spese, il grande timore che tutto possa perdersi con il concludersi dei progetti di cooperazione é reale e l’esigenza di trovare soluzioni sostenibili é fondamentale.
Sostenibilitá una parola oggi davvero alla moda nel mondo della cooperazione, ma
purtroppo un concetto e dei risultati ancora sempre troppo lontani dalla realtá.
L’obiettivo di ogni progetto é sempre quello di instaurare un sistema di
autosostentamento e autofianziamento, ma le difficoltá e i costi da affrontare sono
sempre molto alti per picccoli villaggi sperduti e distanti dalle grandi cittá come
Inhassoro.

21/04/11

 

Auguri di Buona Pasqua 2011

Dall’umile gesto che Gesú fece, lavando i piedi ai suoi discepoli (Gv 13,1-5)

“Il Gesú della lavanda dei piedi, che oggi istituisce l’Eucarestia e il sacerdozio, che ha giá pregato perché tutti “siano uno” e che suderá sangue sul Getsemani, é un Gesú sconvolgente nei suoi gesti ma estremamente umano. Egli é capace di prendere tra le mani i nostri piedi, ció che é a contatto con la nuda terra, le nostre fragilitá e debolezze, ció che regge tutto il peso del nostro corpo mortale. Sono i piedi che ci permettono di camminare o, quando fanno male, ci costringono alla sosta. I piedi sono la nostra umanitá e Lui si abbassa ad abitarla, ad amarla, a salvarla, “spogliando se stesso e vestendosi della condizione di servo”, é cosí che ci esalta, che ci fa simili a Lui, figli e fratelli oltre che a “sua immagine e somiglianza”. La lavanda dei piedi ci chiede di fare comunione con il Cristo servo per obbedire al suo comandamento: “fate questo in memoria di me”. É solo continuando a tenere adosso quell’asciugatoio, continuando ad edificare la “Chiesa del grembiule”, che potremo rispondere alla sua infinita caritá, solo allora i nostri piedi sporchi di terra odoreranno di cielo e si incammineranno sui sentieri della Pasqua.” (“Voi siete la luce del Mondo2010/2011)

É con gioia che in questa Pasqua Africana
vi auguro di lasciare entrare dai vostri piedi l’umanitá intera,
la Terra e il Cielo.

18/04/11

 

Librarsi

Il nostro soggiorno a Maputo, di ormai un mese fa é stata un’ottima occasione per intraprendere un’iniziativa che cercheremo di portare avanti durante questi mesi di volontariato. L’idea principale é quella di dare vita alla biblioteca della scuola, che attualmente contiene un numero insignificante di libri di ogni genere.
Le due settimane trascorse a Maputo sono state un’occasione per cercare libri scolastici, confrontare i prezzi delle varie case editrici ed infine grazie ad una donazione privata, abbiamo anche potuto comprare circa 40 libri scolastici per le classi 1ª, 2ª e 3ª superiore.
Attualmente nella biblioteca sono presenti 330 libri scolastici 3 dizionari e alcuni romanzi. La quantità ovviamente é ridicola se si pensa che nella scuola sono presenti piú di 400 studenti e circa 30 professori, il numero di libri é del tutto insufficiente per garantire una possibilità di studio adeguata ad ogni studente. Infatti come é facile immaginare, qui gli studenti non hanno le possibilitá economiche di comprare i libri scolastici personalmente, quindi é fondamentale che nelle scuole le biblioteche siano ben attrezzate con tutti i libri delle rispettive materie insegnate. Pertanto in questi mesi stiamo cercando dei finanziamenti anche non eccessivamente sostanziosi per poter “librare” la biblioteca della scuola Estrela do Mar, al fine di poter garantire almeno un libro ogni 2/3 studenti per materia e per ciclo, a partire dalle materie di base, come matematica, portoghese, storia, fisica, ecc.... fino a quelle specifiche dei corsi di specializzazione.

Chiunque fosse intenzionato a fare una piccolissima donazione, vi informiamo che un libro puó costare tra i 10 e 15 euro e un dizionario tra i 25 e i 30 euro. Come potete vedere un prezzo del tutto abbordabile per dare un piccolo, ma significativo contributo ed offrire la possibilità alla scuola Estrela do Mar di continuare a migliorare la sua offerta formativa per i propri studenti.

Chiunque volesse fare questa piccolissima offerta, ecco i nostri contatti e le nostre coordinata bancarie:


cell. 347 22 62 170 / 349 66 54 565

ipsiaonlus@gmail.com – www.ipsiavc.com


Versamento C/C IPSIA VERCELLI ONLUS

Causale: Biblioteca Estrela do Mar

Presso: BIVERBANCA, VERCELLI

Iban: IT30 P060 9010 0000 0005 7788 968

12/04/11

 

Chiesa, Casa di Dio

È la commozione di un calore di cuori altissima, di una fede che lascia scivolare le lacrime di gioia e la voce canta forte per entusiasmare gli animi.
La gente riempie la chiesa, il cortile e tutto intorno, seduta sui nuovi e comodi banchi, per terra e sui muretti, tutti in un attento ascolto per la consacrazione della nuova chiesa di Sant'Eusebio di Inhassoro, in Mozambico, dove con dedizione ormai da dieci anni la Missione di Don Pio Bono, Caterina Fassio e Elena Bovolenta, opera per lo sviluppo materiale e spirituale di questa piccola comunità.

Ed è così che il giorno 7 aprile 2011, si realizza il sogno della comunità di fedeli di Inhassoro, il sogno della Missione e di chi in Italia, in particolare a Vercelli e a Cigliano, ha creduto in loro e li ha sempre sostenuti; perché è in occasioni come queste che gli uomini sembrano davvero essere degli strumenti nelle mani di Dio.

L'olio unge l'altare e l'incenso sale verso il Cristo, che sembra voler scendere in mezzo alla gente del dipinto centrale che rappresenta minuziosamente il villaggio e la gente di Inhassoro, sembra che nel momento della consacrazione si concentrino tutti i sudori e le fatiche con i quali in questi anni si è lavorato per costruire la casa di Dio.

Ed è proprio “Casa di Dio” l'espressione che il Vescovo di Vercelli, don Enrico Masseroni, attribuisce alla chiesa: la casa di una grande famiglia e la porta verso il cielo. La chiesa per la comunità deve essere il simbolo che ricorda che prima di ogni cosa, Dio è in mezzo alla vita delle persone. La chiesa appartiene ad ogni cristiano che ha il compito di prendersene cura, come se fosse il suo spirito.

Improvvisamente, per i pochi occidentali presenti alla funzione appare evidente come il significato di chiesa a volte nelle nostre comunità si sia perduto, perché i nostri cuori si sono appesantiti nell'osservare gli sfarzi e le luci, dimenticando di guardare verso e il centro e verso l'alto. Ci stiamo dimenticando che la chiesa non appartiene ai preti e alle parrocchie, ma a noi tutti, al popolo di Dio.
Ed è così che la tensione e il groviglio di pensieri si scioglie appena il coro intona il canto del Padre Nostro, che in Xitzua, la lingua locale sembra proprio voler dire “Papà” … Dada, Dada …
Il sentimento di far parte del popolo di Dio supera tutte le diversità, le differenze culturali, linguistiche e del colore della pelle, avvicinando nella comunione le culture, i paesi e gli uomini.
Infine la celebrazione si conclude con un inno all'Africa, terra benedetta da Dio, terra di colori, di allegria e di contraddizioni, dove nonostante tutto la semplicità della sua gente, la sua “naturale povertà” e la sua costante felicità possono insegnarci tantissimo sulla bellezza della vita.

In questa giornata di sole, dopo una pioggia torrenziale, che qui è una benedizione tanto attesa, la comunità ammira, quasi incredula la nuova cattedrale e tutto il resto è festa, canti e danze a non finire, sorrisi e strette di mano, saluti e suono di campane.

04/04/11

 

Aspettando … i Pomodori

6.30 di mattina, finalmente dopo un lungo período oggi sembra essere una giornata fresca e non troppo afosa. Alle 7.30 “appuntamento” all’ospedale, un semplice controllo. Arrivo con qualche minuto di anticipo, mi siedo in attesa che il laboratorio delle analisi apra; ingenuamente penso di essere la prima della mattina e giá mi compiaccio della mia puntualitá che non mi fará perdere molto tempo. Dopo poco tempo vedo arrivare il tecnico, con le classiche borse frigo dei vaccini e delle medicazioni, un secondo dopo la panchina sulla quale sono seduta si riempie di persone in attesa. Immediatamente capisco che la mia puntalitá era un’illusione e nonostante le apparenze sono l’ultima della fila. Accanto a me si siede una giovane donna un pó robustella, accompagnata da una bambina gracile, dallo sguardo ancora un pó assonnato. Dopo neanche mezzo secondo la giovane donna inizia a parlare a voce bassissima, senza guardarmi. Subito non capisco quello che dice, ma intuisco immediatamente che sta cercando di incominciare una conversazione di cortesia... “desculpe não intendei” ... con pazienza, ma sempre con la stessa aria di non curanza mi ripete la sua precedente affermazione. A stento, tra i pianti dei bambini e l’aprire e il chiudere delle porte degli ambulatori, riesco a sentire quello che vuole raccontarmi. Mi dice che lavora nell’agricoltura, non distante dall’ospedale e sta aspettando che l’insalata e i pomodori maturino, per poi poterli andare a vendere al mercato. Sorrido, guardo la mia gonna rossa pomodoro e penso a quanto potranno essere succulenti e gostosi i pomodori coltivati da questa ragazza. Anche lei fa caso al mio abbigliamento e la conversazione passa ad un altro argomento. Si stupisce dei miei sandali, mi chiede se li ho comprati a Maputo, mi spiega che qui nel distretto di Inhassoro non si possono trovare tipi simili di calzature, solo infradito di plastica; mi dice che per sandali un pó decenti si dovrebbe andare almeno fino a Maxixe (a 3h di macchina). Sconsolata per la delusione che devo dare alla mia vicina le spiego che sono sandali comprati in Italia molto tempo fa, sorride, piú per rassegnazione che per gentilezza.
Nel frattempo il tecnico esce dal laboratorio e avvisa che il tipo esame che entrambe stiamo aspettando oggi non sará effettuato, é necessario tornare la prossima settimana. Un pó amareggiata chiedo conferma di aver capito correttamente l’informazione e sempre sorridendo lei annuisce, prende la bamabina e si allontana. Sfortunatamente dovró ritornare la prossima settimana, ma chissá forse sará l’occasione di rincontrare questa donna e poterle chiedere se i suoi pomodori saranno maturati.

22/03/11

 

Fratelli d'Italia

La scorsa settimana si è celebrato il 150° anniversario dell'Unità d'Italia.
Pieni di nostalgia pensiamo ai festeggiamenti e alla memorabilità dell'evento che ci siamo persi, un momento irripetibile che noi ci siamo trovati a vivere in Mozambico.
L'Italia con tutti i suoi problemi, ma anche con tutte le sue bellezze ci sembra distante, lontana dalla nostra vita e dalle nostre preoccupazioni. Siamo immersi in questa realtà così diversa che assorbe tutte le nostre energie, i nostri pensieri e i nostri progetti. Pensare all'Italia è un attimo di distrazione che arriva ogni tanto durante la giornata, quasi improvviso ed estraneo, completamente slegato alla quotidianità delle nostre giornate.
Eppure da qui forse è più facile vivere la nostra italianità che ci costringe ad amare con passione le nostre tradizioni, la cultura e inevitabilmente la cucina. Da qui è più facile osservare i problemi, guardarli da un punto di vista distaccato e più obiettivo, accorgersi di sentirsi italiani, ma a volte anche molto delusi, perchè forse in 150 siamo riusciti soltanto a creare una terra comune, uno spazio geografico legato per storia e per tradizioni, ma sempre di più gli italiani sembrano divisi e incostanti, confusi e disprezzanti di una terra che tanto ha influenzato l'intera umanità.
Pertanto con un forte sentimento di nostalgia vorremmo ricordare a chi segue questo blog che è nostro dovere amare questa nostra Nazione si tanto ingarbugliata, ma si tanto bella e passionale.

Il 25 giugno 2011, Il Mozambico, festeggerà 36 anni di indipendenza. Paradossalmente il sentimento di nazione e di popolo unito, qui sembra essere decisamente più forte che in Italia. Ogni mattina in tutte le scuole del Mozambico, dalle materne all'Università viene cantato l'inno nazionale, la gente si veste sovente con indumenti che ricordano la bandiera mozambicana e lo spirito di popolo è forte e presente durante la vita quotidiana. Questo sicuramente è il risultato di una democrazia in cui a governare è ormai lo stesso partito da quasi vent'anni. Tuttavia in un paese che é due volte piú grande dell'Italia, sembra fondamentale questo tipo di politica per cercare il più possibile di creare una nazione unita e coesa, colpita per di più da circa 15 anni da una guerra civile, fratricida e violenta.

Per questo credo che, quasi con ammirazione, la mattina ci fermiamo sorridendo ad ascoltare i bambini dell'asilo cantare a squarcia gola l'inno mozambicano, che proclama che uniti “pietra su pietra è possibile costruire un novo giorno”.

Forse anche noi dovremmo iniziare a pensare e a vivere con più passione e convinzione lo sprono lanciatoci dall'indiscutibile: “Fratelli d'Italia”.

Con qualche giorno di più … ormai sono 150 e 5 giorni,
Buona Unità a tutti.

17/03/11

 

Work in progress!!!!

Durante l'ultima settimana di febbraio sono arrivati a Inhassoro, il presidente di Ipsia Onlus Vercelli Michele Lepora il quale ha seguito un gruppo di dirigenti del Centro Turistico Acli e un'altro storico volontario Oscar Sanchez.

Oscar aveva già trascorso un periodo di 8 mesi nel 2005 come volontario Ipsia. La loro visita qui è stata breve, ma decisamente significativa.

Infatti Oscar insieme ad Alessia ha rinnovato il laboratorio di informatica della scuola Estrela do Mar, nel quale ormai il numero di computer disponibili per gli studenti era diventato troppo piccolo. Grazie al loro lavoro è stato possibile installare 25 nuovi computer regalati alla scuola da un donatore privato. Tale cambiamento ha permesso di fornire alla scuola due laboratori di informatica e agevolare così l'insegnamento.

Inoltre, come sapete i problemi di comunicazione attraverso internet sono ancora abbastanza gravi, infatti ormai da tre mesi non è possibile avere un accesso sicuro a internet. Per questo Ipsia, con l'aiuto di Oscar ha deciso di dotare la scuola di una rete satellitare. Cosi durante questa settimana Oscar ha montato un'antenna parabolica che potrebbe rapidamente risolvere il problema. Purtroppo al momento non è stato possibile attivare questo supporto informatico a causa di alcuni problemi tecnici, speriamo che al più presto sia possibile risolverli e dotare la scuola e lo staff Ipsia di un collegamento internet.

Vivere senza internet, chiaramente non è impossibile, ma ti aiuta a comprendere quanto ormai il mondo sia estremamente collegamento e come qualsiasi cosa che avvenga ne influenzi un'altra, determinando un'interconnessione continua e districata degli eventi.

A Inhassoro le notizie sono però un'eco lontano, leggiamo rapidissimamente i titoli dei giornali in quei pochi momenti in cui possiamo a consultare l'internet traballante della missione.

Si vive la sensazione che “la fuori” stiano accadendo cose incredibili, eventi che segneranno la storia dell'umanità, dall'ultima triste notizia del terremoto in Giappone alle rivolte e alle manifestazioni in tutto il Magreb.

Paradossalmente a Inhassoro la vita segue il suo corso, ci si stupisce, ci si preoccupa, ma poi i problemi da affrontare dalle semplici banalità come organizzare una biblioteca, disinfestare una stanza dai pipistrelli, cercare di attivare un collegamento internet o aiutare qualcuno a passare un esame di fisica a scuola significa continuare ogni giorno a credere che attraverso la cooperazione e l'incontro tra le persone lo sviluppo insieme si può realizzare.


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