18/05/11

 

Ingerire la cultura tradizionale Africana in un sol boccone!!!

La scorsa settimana ci siamo assentate da Inhassoro per frequentare un corso di formazione sulla cultura tradizionale africana e in particolare sul Mozambico. Inutile dire che sia stata un’esperienza ineguagliabile, di arricchimento culturale ma soprattutto umano.
Ci siamo infatti ritrovate “in mezzo all’Africa” come si suol dire, in questo posto: Guiua, che é possibile raggiungere solo con mezzi propri o a piedi siccome la chapa (mezzo di trasporto locale), arriva solo fino ad un certo punto. Ci siamo dunque immerse in un ambiente nuovo, tranquillo e allo stesso tempo estremamente interessante, caratterizzato dall’incontro tra le persone e tra le culture. Culture provenienti da ogni parte del mondo, tutte intente ad apprendere il piú possibile strumenti e nozioni per cercare di capire un po’ di piú la cultura mozambica e africana che ci vive attorno.
Abbiamo cosí assistito a delle lezioni frontali interessantissime, di un’intesitá culturale e umana davvero altissima. Con tutta la nostra attenzione abbiamo cercato di capire la cultura africana, il suo amore per la vita, il concetto di morte, l’importanza delle relazioni tra le persone e del culto dei propri antenati.
Le differenze e le sfumature da approfondire sono infinite e proprio per questo a noi, stranieri, arrivati qui per una breve sosta é chiesto di avere quattro occhi, quattro orecchie e una bocca piccola piccola, per imparare ad osservare e ad ascoltare attentamente prima che di parlare inutilmente.

Il popolo Mozambicano, fin dall’arrivo del portoghese Vasco da Gama é stato definito come un popolo di “Boa Gente”, questo si traduce nella grande capacitá di accoglienza e ospitalitá nei confronti degli stranieri. Una capacitá e un valore che forse le nostre societá hanno perso da qualche decennio. Le nostre sicurezze e il nostro benessere ci fanno assumere un atteggiamento di difesa e di diffidenza nei confronti dello straniero che é visto come colui che potrebbe arrivare e rovinare l’armonia, l’ordine e l’agiatezza della nostra cultura. Lo straniero é identificato come colui che porta un cambiamento negativo e pericoloso all’interno delle nostre societá perfette e complete.
Viceversa nella terra della “Boa Gente”, nella societá imperfetta e incompleta come noi abitualmente giudichiamo quella africana, lo straniero é visto prima di tutto come un arricchimento, come un elemento nuovo e positivo dal quale tutti possono imparare, per questo innanzittutto deve essere accolto.
Pertanto questa settimana é stata una nuova esperienza, una nuova scoperta di questa meravigliosa e intricata societá africana.

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AB

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