24/06/08
Intervista ad alcuni testimoni delle violenze in Sud Africa
Il mese scorso anche in Italia si sono sentiti gli echi di violenze in Sud Africa. Una vera e propria caccia all'immigrato, accusato di portare criminalità e togliere posti di lavoro ai locali. Una guerra fra poveri, disperati e fratelli. Sudafricani contro Mozambicani o Zimbabwani.
Gli echi si sono sentiti anche ad Inhassoro, in quanto hanno fatto ritorno dal Sud Africa alcuni immigrati, in fuga dalle violenze.
Non appena siamo venuti a conoscenza del loro arrivo abbiamo cercato di farci raccontare un po' quello che era successo dalle loro vive voci. Non abbiamo pretese di spiegare o ricostruire..solo di dare spazio ad una piccola storia..
Quella dei tre fratelli Jorge, Armando, Rui e Adriano.
I vestiti, gli accesori e l'auto già dimostrano che avevano fatto un po' di fortuna in Sud Africa..
Si erano trasferiti dal 1997 a Johannesburg dove avevano aperto un piccolo negozio e si erano anche creati una famiglia.
Gli affari andavano bene ed erano riusciti a comprare una automobile..una bella storia di successo.
Il 17 maggio però le violenze, dopo Pretoria iniziarono a dilagare per tutto il Sud Africa e raggiunsero Johannesburg. E il negozio dei nostri 3 fratelli fu assalito da una folla armata che iniziò a saccheggiare e bruciare.
Quelli che una volta erano i vicini di casa si sono trasformati in nemici..cercarono di resistere, ma vista la mala partita preferirono la fuga.
In fretta i nostri 3 fratelli riuscirono a ripararsi presso una stazione di polizia, mentre il duro lavoro andava miseramente perduto e la casa occupata.
Furono più fortunati di alcune decine di mozambicani, che invece hanno perso la vita negli scontri.
Dopo aver raccolto i pochi soldi rimasti, i fratelli Jorge sono rientrati in Mozambico, senza più avere notizie delle loro famiglie sudafricane.
Il loro desiderio è comunque quello di rientrare al più presto a Johannesburg.
Abbiamo chiesto loro perché di questa violenza. Ma non hanno saputo spiegarla se non adducendo le accuse loro rivolte..
Hanno preferito non fare foto e anche la chiacchierata è stata dura, in quanto non hanno parlato volentieri dell'accaduto.
Con molta calma e compostezza li ho salutati e lasciati nella speranza possano tornare in Sud Africa al più presto.
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