06/11/08

 

Dal Kivu : parte 2


Pubblichiamo la seconda lettera di Chiara dal Kivu, che ringraziamo per le sue riflessioni.


Bukavu mercoledì 5 novembre

In risposta alla mia riflessione di sabato scorso... Un amico mi ha risposto
che in un libro di Sepulveda si dice: Raccontare è resistere!

Quindi io continuo a raccontare questo nostro piccolo Kivu...
Soprattutto ora che per la vittoria di Obama rischiano di spegnersi i riflettori sulla nostra tragedia quotidiana...

E mi chiedo chissà se Obama sa dov'è la RDC? chissà se lui conosce le
tragedie del Kivu? chissà se un giorno darà una mano a questi suoi fratelli africani a costruire la pace?

Evidentemente non ero l'unica a chiedermi queste cose...

Tutti i Congolesi che ho incontrato oggi...
Iniziando dai miei colleghi di lavoro in Oxfam Solidarité, passando per qualche membro delle ONG locali con cui lavoro per arrivare al guardiano notturno che sogna di fare l'università...
Non hanno fatto che tempestarmi di commenti ed interrogativi su questo
Obama...

Pochi però sono quelli che con grande speranza pensano che questo nuovo
presidente afro americano possa davvero cambiare le cose e portare addirittura la pace in RDC...

I più sono quelli che con amarezza riconoscono sì in Obama un simile ma credono che un presidente nero non cambierà le cose... perché prima di essere nero sarà PRESIDENTE...

E qui in RDC Presidente fa rima oramai con incompetente, inesistente,
inconcludente, incosciente...

Eh già in RDC ce l'hanno già il presidente nero democraticamente eletto, i congolesi, soprattutto quelli del Kivu, hanno già sperato che un tale presidente potesse cambiare le sorti del loro paese...
Ed invece punto e a capo.

I combattimenti a Rutshuru sono ripresi da ieri...
Nkunda dissidente minaccia di andare fino a Kinshasa a schiacciare il presidente...
La MONUC studia un nuovo dispiegamento militare per rinforzare il
contingente a Goma, ma i soldati MONUC indiani e pakistani rifiutano di spostarsi a Goma per rinforzare le truppe...
I balletti diplomatici spersi in tutte le direzioni (UE, UA, UN, CPGL ...)
continuano a suon di rock...

E noi? E io?
Io sostengo a distanza il "mio partner" FOPAC NK (ossia la federazione delle organizzazioni di produttori agricoli del Congo RDC)... Con cui Oxfam Solidarité lavora dal 2005...
In 2 settimane di scontri a Rutshuru 3 anni di progetti di sicurezza alimentare sono stati rasi al suolo...
Le 8.000 famiglie aiutate fino ad ora si ritrovano a stare peggio di quando iniziammo a lavorare con loro... perché patiscono la fame...

FOPAC NK ed i suoi membri della zona di Rutshuru hanno perso praticamente quasi tutti i campi...
Etienne, il direttore della FOPAC NK, sotto shock, riesce solo a parlare del complotto politico e finanziario che c'è dietro alla guerra e disgustato da ciò vuole solo gridare e protestare... Quando invece Oxfam gli chiede di riflettere e fare progettini d'emergenza...

Domani Etienne ha deciso di venire a Bukavu perché vuole parlarmi di persona, perché vuole sfogarsi, perché vuole il mio aiuto...

E io? Che farò? Giocherò il mio ruolo di dirigente progetti d'urgenza o
cercherò di capire e condividere il dramma congolese?

Dimenticavo...
Presidente, ma a anche dirigente, qui in RDC fa rima con impotente...

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