02/11/08

 

Discorso Padre Pio


Pubblichiamo l'intervento di padre Pio Bono, tenuto a Cigliano in occasione dell'incontro "6 anni in Mozambico".


Testo

Nei Mass media italiani, quando si parla del missionario subito lo si dipinge come una persona generosa e anche coraggiosa, ma che ha messo due paraocchi, per vedere solo quello che è religione e null'altro.

Altri dicono scherzando, ma pur sempre convinti, che il missionario è un uomo immerso a bagno maria nella pentola calda del Vangelo.

Concludono dicendo che al missionario interessano solo il Vangelo e la croce. Che pensi ancora in questo modo, è rimasto molto indietro nell'informazione della realtà missionaria e non segue con verità il cammino della evangelizzazione.

Il missionario, proprio vivendo intensamente il messaggio del Vangelo scopre il valore della persona umana. Solo valorizzando e innalzando la persona umana, l'uomo comprende il valore del messaggio del Vangelo e di conseguenza la salvezza che scende dalla croce.

Il 4 novembre ho raggiunto i 40 anni di missione. Sono partito da Venezia con un bastimento per il Kenya ma non sono stanco anzi sono pronto ad esser sempre più missionario e piantare una tenda con un popolo e sono pronto ad accettarne sempre di più la cultura e la lingua. Questa è un po' l'essere missionario.

Voglio ora rendervi partecipi della storia di questa missione di Inhassoro a cominciare dalle sue origini. Nel novembre 1998 abbiamo lasciato ai preti africani la missione di Merti in Kenya. Ho lavorato in quella missione per trent'anni,praticamente metà della mia vita.

Su espresso desiderio del nostro arcivescovo, la missione ad gentes cioè fuori dalla diocesi doveva continuare. Una chiesa diocesana che non sia missionaria non realizza lo scopo stesso del suo esistere, così con Don Franco Givone siamo andati alla ricerca di una missione.

Dopo tanti anni vissuti nel deserto in mezzo a pietre e sabbia cercavamo di trovare un luogo, una terra in mezzo al mare. Pensammo alle isole Kiribati, isole sperdute nell'Oceania. Parlammo con dei padri maristi di Brescia. Ci sconsigliarono dicendo che luogo era sperduto ed era molto difficile raggiungerlo, addirittura per arrivarci ci volevano almeno quattro giorni di viaggio e si sarebbe dovuto cambiare aereo cinque volte.

Incontrammo a Limone sul Garda il vescovo di Awasa in Etiopia. E ci invitò a visitare le sue missioni. Nel mese di giugno 1999 con Don Franco siamo stati in Etiopia per una settimana.

Il posto era buono, ma il problema era il permesso per entrare. Bisognava preparare e riempire 20 permessi con 20 foto e avere meno di 60 anni di età. Io avevo già compiuto 62 anni.

Il vescovo di Inhamabane, in Mozambico, incontrò Don Franco in uno dei suoi numerosi viaggi africani e chiese con insistenza l'aiuto di qualche missionario per la sua diocesi. Egli offriva a scelta tre parrocchie.

Nell'Agosto 1999 visitammo le tre parrocchie e di comune accordo, la scelta fu per Maimelane-Inhassoro.

Dopo essere stati quattro mesi in Portogallo per studiare la lingua, nel gennaio 2000 siamo entrati a Maimelane. Proprio in quel mese, ci fu una grande alluvione. Esattamente una settimana dopo il nostro arrivo il 90% del nostro territorio era sott'acqua. Per due mesi siamo rimasti isolati completamente. La gente si era riunita su piccoli isolotti e viveva di quello che la natura poteva offrire erbe, foglie, frutti selvatici. Aveva imparato durante 17 anni di guerra civile (1975-1992) a sopravvivere e dicevano tutto quello che cammina e buono da mangiare tutto coloro che cresce e buona da mangiare.

Praticamente tutto per loro è commestibile, eccetto le pietre. Con l'aiuto della Caritas Internazionale arrivarono alcuni aiuti fino alla normalizzazione.

Passata l'emergenza, con l'aiuto ed assistenza dei padri della Consolata, i nostri vicini cominciamo uno studio socio-economico della zona. Dopo alcuni mesi di ricerca, apparve che il problema prioritario per iniziare il nostro lavoro era l'istruzione, la scuola.

Visitavamo scuole con 400 alunni con due maestri scuole senza banchi, senza libri. La maggior parte dei maestri che venivano da altre province erano mandati ad Inhassoro per punizione.

I bambini dovevano fare per arrivare in alcune scuole 20 km a piedi ,10 di andata e 10 di ritorno e per di più digiuni. Non esisteva la scuola secondaria e soli figli dei ricchi potevano pagare il collegio in altre scuole della regione.

A conferma della nostra ricerca,un giorno il capo del distretto in una riunione generale disse la nostra vera povertà e nella testa, tutti paesi vicini vengono a sfruttarci e non ce ne accorgiamo. E tempo di informare che lo sviluppo comincia dalla scuola. Da quel giorno in poi cominciamo le nostre ricerche di aiuto nel settore specifico della scuola e un giorno, durante le mie vacanze in Italia per caso incontrai il dottor Luigi Bobba,allora presidente nazionale delle ACLI.

Mi ricordo ancora molto bene le parole che ho rivolto a lui nel tuo stemma delle ACLI oltre all'incudine e alla pala simboli dei lavoratori delle officine e dei campi c'è un libro, segno dell'interesse per l'istruzione, per la scuola. Non sarebbe quindi possibile estendere questo aiuto anche alla gioventù di Inhassoro. La risposta fu ne parlerò alla direzione generale e chiederò la risposta nella prossima settimana. La risposta fu affermativa.

Senza perdere tempo cominciamo la ricerca del terreno adatto per la costruzione della scuola. Il terreno scelto per la scuola era di 10 ha e in questi 10 ha vivevano in capanne 72 famiglie. Fu fatto un comitato congiunto scuola rappresentanti delle 72 famiglie per risolvere il problema del terreno; l'idea di una scuola fu accolta con molto favore dalle famiglie e subito fu raggiunto un accordo circa una compensazione per la costruzione di una nuova abitazione in un altro luogo.

Dopo circa un anno di lavoro con l'approvazione del governo locale e la soddisfazione delle 72 famiglie ci fu affidato il terreno. Si cominciarono i lavori nel 2002. L’inizio dei lavori fu accolto con grande favore da tutta la popolazione. Subito però si verificarono dei problemi circa direzione dei lavori in quanto la persona incaricata delle ACLI non riusciva ad interpretare bene il progetto nei suoi particolari tecnici. Il dottor Bobba risolse il problema contattando un architetto di Milano, Paolo Corsini.

Quest'uomo con senso pratico in poco tempo terminò la prima parte della scuola cioè uffici, direzione, le sei aule scolastiche e due officine di falegnameria e taglie cucito. Ecco la storia delle origini della scuola tecnica chiamata ESTRELA DO MAR- Stella del Mare.

Nel 2003 iniziarono i corsi di falegnameria e di cucito per 80 alunni. I corsi hanno durata triennale, e danno diritto al titolo di matuirtà, al dipoloma di specialità e un certificato di informatica.

Nel 2006 iniziò il corso per elettricisti sempre con 40 alunni e nel 2007 iniziò il corso di meccanica. Il prossimo anno 2009 in febbraio inizierà il corso triennale alberghiero sempre con 40 alunni.


Questo corso avrà tre specialità, cuoco, receptionist e servizio bar e cucina. Con questo ultimo corso saranno cinque le specializzazioni : falegnameria, elettricisti,meccanici, sartorie e alberghiero. Le officine della scuola sono in grado di produrre articoli per la vendita al pubblico e in questo campo è molto attiva l'officina della falegnameria che produce tavoli,letti, armadi, scaffali e perfino casse mortuarie.

Anche la sartoria produce vestiti per signora, vestiti vari e specialmente uniformi scolari. Gli allievi della scuola partecipano anche il programma governativo della rivoluzione verde, voluta dal presidente della Repubblica. Egli vuole che tutte le scuole producano a fianco delle aule scolastiche frutta e verdura. La nostra scuola possiede un orto di 4500 m² con produzione di vari ortaggi e un frutteto di ben 110 piante di papaya e mango.

Altre attività molto importante collegata alla scuola sono i due collegi quella femminile con 36 ragazze e quello maschile con 42 ragazzi per un totale di 78 persone. In questi collegi viene data possibilità di frequentare le scuole giovani che vivono lontano da Inhassoro.

Oltre all'ordine ragazzi devono curare un piccolo allevamento di maialini (5) e le ragazze un allevamento di anitre.

A aiutarmi in tutto questo lavoro da molti anni vi è Caterina Fassio anche lei ciglianese. Tutti voi la conoscete, pesa solo 48 chili ma il lavoro che svolge ad Inhassoro è di grandissimo peso. Fin dal suo nascere la scuola scuola tecnica ha avuto in Caterina suo segretario ufficiale. Tutte le pratiche burocratiche con il governo del Mozambico sono sempre passate delle sue mani. La parte amministrativa della scuola, rendiconto delle uscite, le paghe dei professori sono affidate a lei. È parte essenziale della direzione scolastica. È stata Caterina, a iniziare il progetto asilo nella provincia Inhambane. A poco a poco tutte le 23 parrocchie della diocesi hanno chiesto di partecipare a questo progetto. Ora sono circa 70 le maestre d'asilo che Caterina accompagna con corsi di formazione permanente,due volte all'anno. La nostra missione di Inhassoro ha iniziato 17 asili,tre in città e 14 nella foresta con un totale di 800 bambini. Aggiungo un particolare importante: Caterina riceve lo stipendio dei missionari, cioè nessuna paga. Riceve gratuitamente solo vitto e alloggio.

A questo punto sento il dovere di mettere in evidenza nella storia della scuola il lavoro svolto da un altro ciglianese, Samuele Tini. Per un anno Samuele con competenza ha svolto un ruolo di coordinatore delle quattro officine tecniche; per molte ore tutti giorni, stava a fianco dei responsabili delle officine per aiutarli a migliorarne il livello tecnico professionale e grazie al suo lavoro le varie officine hanno cominciato a produrre manufatti per la vendita al pubblico come tavoli, sedie, letti, banchi delle scuole, ma anche vestiti vari ed ultimamente borse per signora disegnate da Monica una stilista di Villareggia. Questi lavori sono il primo passo per raggiungere in futuro l'autosufficienza della scuola. Nel mese di settembre scorso si è tenuta a Maputo la grande fiera internazionale(FACIM) e anche la nostra scuola ha partecipato con i suoi prodotti. Era l'unica scuola tecnica presente all'esposizione. Il presidente della Repubblica nella sua visita agli stand si è fermato ad elogiare la nostra scuola.

Proprio nel mese di settembre scorso c'è stata una visita del Direttore Provinciale dell’Istruzione e ha voluto visitare le aule, le officine, la sala computer,la biblioteca, l'orto, i collegi e alla fine stringendomi la mano mi ha detto “Ecco dovrebbero essere tutte le scuole tecniche del Mozambico porterò qui tutti direttori delle scuole tecniche, per imparare e imitare la vostra scuola. La vostra scuola è una scuola pilota nel ramo tecnico”.

Questa scuola ha già prodotto circa 60 diplomati e per una buona metà hanno trovato lavoro e altri continuato nella formazione scolastica superiore.

Questo è il cammino della nostra scuola in 6 anni di presenza ad Inhassoro.

Il primo e sincero grazie di tutto questo lavoro è dovuto a Gigi Bobba per il coraggio che ha avuto nel credere nella scuola, ed anche in me, che sono e sono sempre un povero contadinotto nella vigna del Signore.

Grazie di cuore Gigi.

Seconda persona cui devo moltissimo è il vostro parroco don Riccardo Leone ,parla poco ma fa molto.

È poi il direttore del centro missionario diocesano, mons. Franco Givone, che è sempre stato la lunga mano della diocesi nei momenti di difficoltà e la ricostruzione del ciclone ha il colore della sua bontà.

A tutti gli altri attori della scuola al dottor Lorenzo Brunelli, all’ing. Michele Lepora e a Samuele Tini,un sincero grazie.

Pio Bono





Commenti:
ciao sammy complimenti per il lavoro che fai!

ti ammiro

a presto
lele
ps. alla castagnata eri proprio un bel figurino
 
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