09/05/10

 

Una domenica di Maggio....

Nel mondo della cooperazione è convinzione diffusa che il Mozambico sia un paese facile…E forse lo è!

….ma per chi??? Credo solo per noi che ci “eccitiamo” all’idea di rinunciare alle nostre comodità per un anno o due.

Qui non c’è guerra. I bambini non hanno le tipiche pancie gonfie con cui i giornalisti tendono a presentare l’Africa. I tassi di furti e rapine sono minori rispetto ad altri paesi dell’Africa Australe. E’ un paese ricco di paesaggi incantati, musiche e colori, il che contribuisce spesso a confonderlo con una di quelle fotografie dei cataloghi Valtour. E le spiaggie della costa sono piene di muscolosi surfisti sudafricani.

Nonostante ciò, uno sguardo più attendo restituisce, spaccati violenti. Il Mozambico non è facile, non è facile per le donne, per gli uomini, per gli adolescenti e per i bambini. Gli anziani? Non li ho dimenticati, semplicemente sono specie rara qui dove l’aspettativa di vita è circa 42 anni.

Oggi durante la messa mi è parso di scorgere una ragazzina incinta, avrà avuto poco più di 12 anni; è ancora una bambina, penso subito. Ma poi, è una bambina solo per noi? No caspita! Non voglio rassegnarmi a credere che in questi posti, come si suol dire, “si cresce in fretta”. Quella ragazza è ancora una bambina, e come tale non merita di partorire un figlio, che sarà ancora più sfortunato di lei a crescere tra le braccia di una neo-mamma bambina.

Nonstante gli sforzi degli attori presenti in loco, l’infanzia ad Inhassoro trasuda tristezza. Certo, per la strada i bimbi sono i primi a sorriderti ed agitare le mani gridando “tataaaa” – ciao, in Xitsua – ma lo fanno da soli. Alle 12, lungo il percorso che da scuola mi porta a casa sono decine i bambini che incrocio; camminano, o piuttosto zampettano, da e verso la Escolinha – un incrocio tra il nostro asilo nido e la scuola materna - con i loro grembiulini ma lo fanno da soli. Sono simpatici certo, ma sono da soli.

Naturalmente è la povertà che genera questo tipo di violenza; perché, a mio avviso, di violenza si tratta. Pur rispettando una diversa tradizione che implica a sua volta un legame diverso tra genitori e figli, non è possibile bollare queste distorsioni come semplici differenze tra la nostra e una differente cultura. Ragazze dodicenni in attesa di un figlio o bambini lasciati liberamente pascolare lungo le strade sono frutto di una violenta povertà.

Così, il Mozambico – come altri paesi – non è più un paese facile. Crescere qui dovrebbe almeno poter significare provare a schivare la violenza.

E' solo una riflessione di una domenica di Maggio.

Sara

Commenti:
grazie Sara,

condivido pienamente, é assolutamente necessario non abituare la nostra mente a delle violenze sottili e nascoste tra i sorrisi dei bambini per la strada.
 
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